Pensione di anzianità: in quali casi è ancora attiva
Gentile Cliente,
La “riforma Fornero” delle pensioni (art. 24, D.L. n. 201/2011) ha previsto l’istituzione della pensione anticipata, in luogo della precedente pensione di anzianità. Quest’ultimo trattamento pensionistico prevedeva la possibilità di pensionarsi raggiungendo uno specifico requisito contributivo, oppure raggiungendo un requisito di contribuzione minimo più leggero, ma unitamente a un’età e a una quota (sommatoria di età e contribuzione) minime.
Per alcune categorie di lavoratori, però, sopravvivono specifiche tipologie di pensioni di anzianità, come ad esempio quelle destinate agli addetti ai lavori usuranti e notturni, o in regime di totalizzazione.
Pensione di anzianità in totalizzazione
La totalizzazione, disciplinata dal D.Lgs. n. 42/2006, consiste nella possibilità di sommare gratuitamente tutti i contributi accreditati in diverse gestioni previdenziali, per perfezionare i requisiti richiesti per il conseguimento della pensione di vecchiaia, anticipata, di inabilità e indiretta.
La pensione di anzianità si ottiene con almeno 41 anni di contribuzione, indipendentemente dall'età anagrafica.
Le gestioni interessate, ciascuna per la parte di propria competenza, determinano il trattamento pensionistico pro-quota in rapporto ai rispettivi periodi di iscrizione maturati.
Il sistema di calcolo applicato è normalmente lo stesso utilizzato per l'opzione contributiva (D.Lgs. n. 180/1997). È tuttavia utilizzato, in relazione ai periodi contribuiti presso le casse privatizzate di cui al D.Lgs. n. 509/1994, il sistema di calcolo della pensione previsto dall'ordinamento della singola gestione, se il requisito contributivo maturato nella gestione pensionistica è uguale o superiore a quello minimo richiesto per il conseguimento del diritto alla pensione di vecchiaia.
Pensione di anzianità per gli addetti ai lavori usuranti e notturni
Il D.Lgs. n. 67/2011 offre, ai lavoratori dipendenti addetti a mansioni particolarmente usuranti o a turni notturni, la possibilità di ottenere la pensione con dei requisiti notevolmente agevolati.
Questa speciale pensione di anzianità può essere ottenuta con un minimo di 35 anni di contributi e di 61 anni e 7 mesi di età, unitamente a una quota (somma di età e contribuzione) pari a 97,6. I requisiti sono più elevati per gli addetti ai turni notturni che risultano aver svolto meno di 78 notti l’anno, nonché per coloro che possiedono anche contribuzione da lavoro autonomo.
Per godere dei benefici è richiesto che le attività usuranti siano state svolte per almeno 7 anni, nell’ultimo decennio di attività lavorativa, oppure per almeno la metà della vita lavorativa complessiva.
È inoltre necessario presentare domanda di certificazione dei requisiti entro il 1° maggio dell’anno precedente a quello in cui si perfezionano le condizioni per il pensionamento.
I requisiti attualmente richiesti resteranno bloccati sino al 31 dicembre 2026. A partire dal 2017 (Legge n. 232/2016) sono state, inoltre, abolite le finestre di accesso.
Gli addetti ai lavori usuranti non devono essere confusi con gli addetti ai lavori gravosi (Legge n. 232/2016): quest’ultima categoria, è bene ricordarlo, gode di agevolazioni previdenziali meno consistenti rispetto agli addetti a lavori usuranti e notturni ed è composta da lavoratori che svolgono mansioni differenti.
Possono beneficiare della pensione agevolata coloro che risultano addetti ad attività particolarmente usuranti, come elencate dall’art. 2 del D.M. 19 maggio 1999.
A titolo esemplificativo:
- lavori in galleria, cava, miniera (comprese le mansioni svolte prevalentemente e continuativamente in ambienti sotterranei), in cassoni ad aria compressa;
- lavori svolti dai palombari;
- lavori ad alte temperature;
- lavorazione del vetro cavo;
- lavori di asportazione dell’amianto,
- lavori svolti prevalentemente e continuativamente in spazi ristretti.
- i conducenti di veicoli adibiti a servizio pubblico di trasporto collettivo, con capienza superiore a 9 posti;
- i lavoratori addetti alla linea di catena.
Pensione di anzianità casse professionali
Alcune tipologie di pensione di anzianità continuano, infine, ad essere previste dai regolamenti delle casse professionali: ne è un esempio la Cassa Forense, che richiede 62 anni di età e 40 anni di contributi per gli avvocati che desiderano percepire il trattamento pensionistico prima dell’età prevista per il trattamento di vecchiaia. Nella generalità dei casi, la percezione della pensione di anzianità obbliga alla cancellazione dall’Albo di riferimento.